lunedì 1 maggio 2017

Oltre al cibo, un modello economico: analisi delle potenzialità dell’economia solidale

Di Alice Orbecchi

L’economia solidale è un processo di trasformazione sociale che interviene in ambito economico per promuovere la difesa dell’ambiente, la giustizia e il maggior livello possibile di benessere per tutti.
Nasce in contrapposizione all’economia di mercato, rappresentata dall’identificazione dell’uomo nel modello di Homo Oeconomicus , cioè individuo singolo nella sua azione economica, guidato da un calcolo puramente razionale che lo spinge a ottimizzare il proprio benessere.

Secondo la metafora della mano invisibile di Adam Smith, nell’economia di mercato i meccanismi economici che regolano il mercato portano al benessere della società proprio attraverso la contrapposizione degli egoismi individuali.
Tuttavia, questo sistema conosce dei limiti: i consumatori e gli operatori economici non sono spinti solo da criteri razionali nelle loro attività di produzione e consumo e l’equilibrio del mercato richiede particolari condizioni economiche, tra cui la concorrenza perfetta e la simmetria informativa, che attualmente non sono realizzate.

Al contrario, l’economia solidale tiene conto del fattore emotivo dell’uomo, e il principio guida di questo modello economico non è più quindi il calcolo razionale allo scopo di ottenere il maggiore profitto con il minimo sforzo, ma il raggiungimento del bem-viver. La relazione tra venditore e acquirente non è più solo economica, ma umana, perché per costruire il bem-viver bisogna cercare di rendere questo concetto la base di ogni azione del quotidiano.

Nella “Carta per la rete italiana di economia solidale”, i suoi principi e obiettivi sono definiti come lo sviluppo di relazioni basate sulla reciprocità e la cooperazione, l’attenzione per la giustizia e il rispetto di tutti gli attori del sistema economico, la sensibilità per la sostenibilità ecologica, l’autogestione e la partecipazione democratica, l’attenzione al territorio locale, la condivisione delle proprie esperienze con altre realtà dell’economia solidale e l’impiego degli utili nel sociale e nella rete, per aumentare il numero di prodotti forniti dalla rete stessa.

A tal fine, lo strumento privilegiato è appunto la strategia di rete: le singole realtà locali si rinforzano a vicenda, per creare lavoro e reddito, migliorare i modelli di consumo, proteggere l’ambiente e, più in generale, costruire una nuova società basata non più sull’economia del profitto, il consumo, la creazione di rifiuti, la distruzione ambientale, l’ingiustizia, la depressione causata dall’inevitabile alienazione e l’imposizione consumistica, ma sull’incontro, le relazioni, lo scambio, la gratuità, le reti, la fiducia, la condivisione, contro l’individualismo.

Inoltre, l’economia solidale privilegia la qualità dei prodotti grazie ai meccanismi del biologico, della filiera corta, della sostenibilità e della trasparenza.
Infine, la filosofia dell’economia solidale rivolge particolare attenzione alla tutela del territorio, della terra e della comunità e alla preservazione dei diritti di tutti, dal produttore al consumatore.

Le forme più semplici in cui si può realizzare l’economia solidale sono i Gruppi di acquisto solidale (Gas): gruppi di consumatori i cui componenti decidono di organizzarsi per fare la spesa collettivamente, acquistando alimentari freschi e secchi e prodotti d’uso quotidiano, raccogliendo periodicamente gli ordini di singoli prodotti ed inviandoli, prediligendo i piccoli produttori della propria zona che rispettano l’ambiente e i diritti dei lavoratori. La creazione di relazioni dirette permette anche il reciproco sostegno tra produttori e consumatori in caso di difficoltà impreviste.

Per quanto riguarda l’organizzazione, i Gas seguono le regole della crescita organica tipica dei processi “naturali”: si sviluppano fino a diventare troppo grandi e dare luogo a una divisione e quindi alla creazione di altri Gas.
In generale, ogni Gas può gestire circa 150 reti. Consapevoli di questo limite, i Gas si organizzano attraverso la differenziazione dei compiti.

Per illustrare la realtà dei Gas, ho scelto il progetto della “Retina dei Gas della Brianza”: un coordinamento di Gas attivo nel territorio della Provincia di Monza e Brianza e nei Comuni limitrofi. La “Retina” nasce il 28 aprile 2004 a Villasanta ed è composto da 25 Gas.

I suo obiettivi sono molteplici: coordinare l’azione dei Gas aderenti favorendo lo scambio e la condivisione, procedere ad acquisti condivisi tra più Gas e favorirne la costituzione di nuovi, diffondere la cultura dell’economia solidale e del consumo critico e promuovere la nascita e lo sviluppo del “Distretto di economia solidale della Brianza” (Des Brianza).

L’organizzazione di questa retina si basa su una riunione generale bimestrale, affiancata da riunioni rivolte a progetti e cooperazioni specifici. Le comunicazioni all’interno di un gruppo tematico avvengono tramite la creazione di mailing list. Una riunione biennale permette invece di riunire tutti gli aderenti per determinare le linee d’azione della rete.
Questo tipo di organizzazione permette al tempo stesso una ripartizione efficace del lavoro, senza deleghe e con ampia partecipazione, e la rappresentazione della struttura reticolare che caratterizza i Gas e le reti di Gas.

Un aspetto interessante della rete di Gas rispetto al Gas semplice è la possibilità di impegnarsi in progetti più ampi, come quello realizzato dalla “Retina” in collaborazione con il progetto Spiga&Madia, produttore di pane e farina: tramite un accordo basato esclusivamente sulla fiducia, i Gas si impegnano a comprare un quantitativo settimanale di pane e trimestrale di farina e a partecipare al rischio di impresa del contadino.
Inoltre, la struttura di retina permette di confrontarsi con problemi logistici complessi, in particolare la gestione di acquisti quantitativamente importanti senza che il tessuto di relazioni venga compromesso e senza cioè trasformarsi in intermediario unico, cosa che avvicinerebbe la rete di Gas al classico sistema della grande distribuzione.

L’esempio del progetto Spiga&Madia merita un’attenzione particolare in quanto esempio del tipo di produzione che l’economia solidale promuove: la redditività dell’attività agricola infatti si unisce alla sostenibilità ecologica e alla qualità del prodotto finale.
In particolare, l’obiettivo di questo progetto è quello di promuovere la produzione di pane e farina a chilometro zero (si utilizza come punto di riferimento un territorio di un raggio approssimativo di 50 chilometri).
Il progetto di Spiga&Madia, in particolare, introduce il sistema della co-produzione: il consumatore non è più relegato a un ruolo passivo ma collabora col produttore nel portare avanti progetti co-ideati e nel condividerne il rischio imprenditoriale.
Questo progetto mostra anche le importanti implicazioni dell’economia solidale nella gestione delle eventuali situazioni di crisi.

Insomma, l’economia solidale permette di pensare in grande, non solo a un modo diverso di nutrirsi ma anche a un intero sistema economico completamente diverso da quello attuale, basato su valori diversi da quelli sempre più diffusi dell’individualismo e del profitto.

In questo senso, ho trovato molto interessante l’intervista a ElenaTioli, una giovane donna mantovana che racconta la sua esperienza di vita dopo aver rinunciato a fare la spesa nei supermercati. La sua scelta nasce dalla constatazione che tutto ciò che si trova in vendita in un supermercato vi è presente perché troverà un acquirente, nonostante si tratti molto spesso di prodotti dannosi sia per l’ambiente sia per la salute.
Attraverso i Gas e un’attenzione maggiore alla possibilità di produrre in casa i prodotti di cui si ha bisogno, si ottengono tre risultati principali: smettere di entrare nei supermercati permette di liberarsi dalle imposizioni consumistiche e di percepire il bisogno di meno prodotti; si limitano di conseguenza gli imballaggi e gli sprechi, cioè i rifiuti, e si consumano prodotti rispettosi per l’ambiente, sia perché naturali sia perché a chilometro zero. In ultimo, questo comportamento permette di limitare le spese.

Queste esperienze pero’, non solo permettono di pensare a un nuovo tipo di consumo, ma addirittura consentono di immaginare un modello di sviluppo globale completamente diverso da quello a cui siamo abituati oggi.
Essendo io originaria della Val di Susa, in provincia di Torino, sono cresciuta a stretto contatto con un movimento, quello No Tav, che sostiene fortemente la necessità di tornare a un modello economico più lento e rispettoso dell’ambiente, ma anche di noi stessi. Per questo mi sento di riprendere la riflessione di Davide Biolghini espressa nella premessa al libro “Il popolo dell’economia solidale. Alla ricerca di un’altra economia”, in cui l’autore riconosce al movimento No Tav il merito di aver messo in discussione l’assunto secondo cui il progresso e la crescita inarrestabile sono processi inevitabili e che non possono essere rimessi in discussione.

Di fronte al progetto di costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità, devastante per il territorio e la salute dei suoi abitanti ma presentato come elemento irrinunciabile per la crescita economica dell’Italia all’interno dell’economia mondiale, il popolo della Val di Susa propone un modello di sviluppo diverso, caratterizzato dalla valorizzazione del territorio.


Così, se il movimento No Tav non riuscirà a fermare il treno, avrà senz’altro il merito di aver proposto un’altra via e di aver formato lo spirito critico delle generazioni che ormai da più di vent’anni lottano per salvare la propria terra.

martedì 4 aprile 2017






L'economia solidale 

Economia solidale e GAS 


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          Cos'è l'économia solidale      
   
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Un'economia "altra", un'alternativa all'economia classica capitalista, quest'ultima è descritta come privata del legame sociale, senza dimensione etica. L’Economia solidale propone une economia alternativa nel senso che il legame sociale, e non il « contratto », fonda le basi dell’attività economica.
Non si base sul teorema dell’homo oeconomicus : Avido, egoista,che vuole solo una cosa: diventare più ricco. Infatti, l'economia solidale cerca di promuovere un nuovo comportamento eco-sociale: contro il modello egemonico, ritenuto ingiusto, con pratiche alternative.
L'idea è di creare le basi per un vero e proprio nuovo sistema economico, alternativo a quello del capitalismo neoliberistaFabbriche recuperate, mercati comunitari, monete sociali sono alcuni esempi di esperienze nate dalla necessità.

Un'economia « solidale ». E' caratterizzata dall'aggettivo «  solidale » perché si svolge attraverso la creazione di circuiti economici creando insieme spazi di mercato finalizzato al benessere di tutti. Le iniziative di economia solidale sono caratterizzate dall’associazionismo, la cooperazione e il mutuo aiuto, quindi si promuove l'inclusione di tutti soggetti.
Dal lato della produzione essa non ha il profitto come obiettivo per questo gli utili di solito vengono reinvestiti.
Altra caratteristica solidale è che le decisioni aziendali sono prese in modo democratico, con la partecipazione dei lavoratori. L’attenzione oltre ai processi decisionali viene posta sul rispetto per l'ambiente e sulla parità di genere. Le persone decidono di associarsi per trovare alternative alla grande distribuzione e favorire prodotti che rispettino il lavoro, con basso impatto ambientale e da piccoli produttori piuttosto che dalla grande distribuzione.

Una risposta alla crisi economica. Queste nuove iniziative sono sopratutto strategie di sopravvivenza. Infatto, l'economia solidale è vista come l'unica alterniva che potrebbe risolvere la crisi entrambi economica (povertà, disoccupazione, inegualianze nell'accesso ai beni di consumo ed ai servizi) ed ambientale.

Un'economia basata sui valori e sulla morale. L'economia sociale e solidale instituisce il principio del primato dell'uomo sul capitale. E' un'economia basata sul rispetto e la tutela del produttore, del cliente e dell'ambiente. Si vuole promuovere la “solidarietà” con la natura e fra gli uomini, non inquinare l’ambiente, ed i cibi con prodotti chimici nocivi e offrire cibi di alto valore nutritivo. 
 
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          Cosa sono i GAS ?          
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Questo movimento si materializza in varie dimensioni: consumo critico, Gruppi di Acquisto Solidali (GAS), finanza etica, cooperative sociali, produttori biologici, turismo responsabile, ecc.
Sono persone che decidono di riunirsi per acquistare all'ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Il concetto di solidarietà è il criterio principale nella scelta dei prodotti. I gruppi comprano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per avere la possibilità di creare un legame sociale locale e per ridurre l'inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto. Inoltre si cercano prodotti biologici o ecologici la cui produzione rispetta le condizioni di lavoro. 


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     Quali sono le conseguenze dell'economia solidale?    
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Quindi, si possono imaginare numerose conseguenze positive che risultano da queste iniziative :

Sostenibilità ecologica :
  • L'idea è che le risorse naturali della Terra incluse l'aria, l'acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future, attraverso una programmazione accurata o una appropriata amministrazione”. Quindi l'economia sociale cerca di non promuovere il consumismo, ma favorire una risposta razionale dei nostri bisogni favorendo un'utilizzazione ed una produzione delle risorse naturali razionali piu adattate.
  • Poi, l'idea è di non inquinare l'ambiente, allo scopo di nutrire il pianeta (la Terra e gli uomini) con prodotti sani. Si vede anche l'obbiettivo di proteggere l'individuo.
  • In addizione, se l'economia si basasse non sulla ricerca di comprare prodotti ai prezi minimi, si ridurrebbe il tasso d'utilizzazione dei trasporti, e si riducerebbe l'impatto sul riscaldamento globale. Non comprare i beni che vengono dalla Cina, a prezzi bassi (perché gli operai sono adulti e bambini sfruttati), ma piuttosto comprare al produttore vicino (meno costoso + piu ecologico). Quindi,l'idea è di limitare  il più possibile l'impatto ambientale.
Rispetto dell'individuo sia produttore che consumatore:
  • Non concentra la maggior parte delle ricchezze e del potere nelle mani di pochi popoli e individui. Ed equo nella ripartizione dei redditi e delle risorse e quindi risolve le cause dei conflitti bellici, favorisce l’avvento di un’era di pace su tutta la terra, si allontana dalla corruzione perché non si basa sulla ricerca di profitto e di arricchimento.
Rispetto del territorio e dei produttori locali:
  • la valorizzazione della dimensione locale, dando priorità alla produzione e al consumo delle risorse del territorio, sia in termini di materie prime ed energia, che di conoscenze, pratiche tradizionali, relazioni.
  • L'adozione delle finalità e del modo di organizzazione del lavoro dell'economia sociale è sorgente di soddisfazione : riduzione della separazione tra concezione ed esecuzioni, aumento della percezione dell'utilità del lavoro, migliore coesione e coordinamento tra i lavoratori. 
     
  • L'economia solidale intende valorizzare le caratteristiche peculiari dei luoghi (conoscenze, saperi tradizionali, peculiarità ambientali, ricchezze sociali e relazionali). Tali peculiarità sono viste come ricchezze (stock) da accrescere e valorizzare e non come risorse (flussi) da sfruttare a fini di profitto, nella convnzione che, nel lungo periodo, tale strategia si mostrerà conveniente anche sotto il profilo economico. In questa concezione il territorio non va inteso come sistema chiuso, (localismo difensivo), ma come sottosistema aperto di un più vasto sistema economico e sociale sostenibile.
Economia di giustizia (sostenibilità sociale):
    L'economia solidale permette di mantenere e favorire condizioni di equità nella distribuzione dei proventi delle attività economiche, sia tra i membri dell'organizzazione produttiva, sia fra le diverse aree del sistema economico (tanto al Nord quanto al Sud del Mondo).

Il metodo della partecipazione attiva dei soggetti : contro l'esclusione e a favore della condivisione.
  • Non esclude e non marginalizza i più deboli, come fa l’attuale sistema, ma valorizza tutti soggetti. Adottano un processo di gestione democratica che favorisce la partecipazione e la responsabilità collettiva delle persone membri e che lavorano. In questa sfera gli individui si sentono persone, prendono la parola, elaborano progetti, discutono, decidono : condividere con altri idee.
  • Poi, non concentra ed occulta le conoscenze tecniche e scientifiche, ma le mette a disposizione di tutti.

Nuovi fonti di occupazione:
    L'economia solidale genera posti di lavoro e in maggioranza per delle persone senza qualifica, in inserzione, delle donne sole, o addirittura delle persone emarginate. La rete dell'economia sociale e solidale dà priorità all'umano. 

Per concludere, l’economia sociale propone di definire regole che permetterebbero agli uomini di vivere in società ed in pace, e non solo nel tempo presente, ma anche in futuro.

La Città dell'Altra Economia

solidarietà, cooperazione, complementarità e reciprocità.


  La Città dell'Altra Economia, un'iniziativa lanciata nel 2008 e finanzata dal comune di Roma, è un centro commerciale disposto su un'area di 3500m² situato nel cuore di Roma. Ma le difficoltà incontrate hanno portato il comune a trasmettere la gestione dello centro al consorzio senza scopo di lucro Città dell'Altra Economia (CAE) nel 2012. Il consorzio preleva il 2% sul fatturato di ogni attività per finanziare la città.

La Città dell'Altra Economia è uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato a quelle pratiche economiche.

Raccoglie 8 botteghe legate all'agricoltura biologica e sociale, al commercio equo e solidale, alle energie rinnovabili ed alla bioedilizia, al riuso e riciclo, alla mobilità sostenibile, ma dispone anche di una libreria per bambini ed adolescenti e di una ludoteca, di una sala conferenze per svolgere convegni, seminari e corsi di formazione, di un biobar e di un bioristorante.

Quindi un luogo di esposizione e di vendita di prodotti biologici, equi e solidali, di riciclo o riuso di materiali. Un luogo caratterizzato per l'utilizzo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un'equa distribuzione del valore, che non perseguono il profitto che mettono al centro l'individuo e l'ambiente.

Vittorio Leproux, coordinatore dell'associazione gestionale della città spiega : “Il nostro obiettivo: dare l'opportunità ai Romani di scoprire un'altra economia. Tutto l'anno, ogni bottega propone una serie di animazioni gratuite. E insieme, organizzano delle giornate di sensibilizzazione ai differenti aspetti dell'economia sociale e solidale".
Inoltre, le botteghe permettono ai visitatori di rinnovare la loro guardaroba grazie ai negozi dedicati al commercio equo e solidale, di potere comprare oggetti riciclati o di comprare prodotti bio coltivati nella campagna romana.

La Città dell'Altra Economia è anche un luogo di riferimento per varie associazioni : come Green peace per esempio, una delle organizzazioni non governative piu famose lottando per la tutela dell’ambiente. In efetti, essa dispone di un proprio seggio al consiglio della città della biodiversità, il cui si riunisce ogni lunedi per organizzare il programma delle attività. La città accoglie anche RealizzARTI, progetto organizzato dall'associazione di volontariato il Tulipano Bianco in collaborazione con la Cooperativa Oltre. Propone laboratori musicali, di motricità e di teatro condotti da professionisti e maestri d’arte, sopratutto per le persone disabili. Accogliere RealizzaARTI e rendere le sue prestazioni gratuite è, per La Città dell’Altra Economia, un altro modo di promuovere ed incoraggiare la collaborazione, e l’inclusione sociale dei più esclusi, i disabili in questo caso.
C'è anche la possibilità di assistere a corsi di giardinaggio: Ogni domenica sono organizzate attività e percorsi per le famiglie che scelgono di passare la giornata nella CAE. Ci sono letture animate alla libreria, animazioni musicali nei café. il Mercato degli Artigiani della CAE etc. in più degli altri mercati aperti tutta la settimana.



 
Citta dell'altra economia
Largo Dino Frisullo - 00153 Roma
Mail: info@cittadellaltraeconomia.org
Tel. 06.5758272 

Il sito web :
www.cittadellaltraeconomia.org/

Conto Youtube : 
https://www.youtube.com/user/CittaAltraEconomia




Un'iniziativa innovativa :

La Give Box

Un'iniziativa solidale nata a Berlino nel 2011 che ha poi conosciuto un'espansione nel mondo.




Quest'iniziativa aspira a sviluppare un concetto di condivisione e contro gli sprechi. Cosi è nato il concetto della « Give Box », una box delle donazioni, in cui si possono deporre gli oggetti (vestiti, libri, giochi, bici, ecc.) di cui non avete più l'utilità. Sono oggetti in buono stato o almeno riparabili. Sono lasciati così, a disposizione gratuitamente, del prossimo passante che potrà ricuperarli se ne ha bisogno. Dal vostro lato, avete la scelta di ripartire con un oggetto lasciato da qualcuno di altro.. 
 












 Scritto da CLIFFORD Katie, ROUX Elise e RAYNAL Lena

Davide ESPOSITO



Articolo di Simon Cailloux e Luigi Cenci
Nato a Napoli nel 1980, Davide è appassionato di musica dalla sua gioventù.
È cresciuto ascoltando Lucio Dalla e Lucio Battisti. Lui scrive, compone e interpreta le sue canzoni. Una di queste richiama l'attenzione della casa discografica Mercury che voleva integrarla nell'album del vincitore della trasmissione “Star Academy”.
È in questo contesto che il francese Gregory Lemarchal fa una cover della canzone “Io so che tu” originalmente scritta da Francesco de Benedittis poi interpretata da Esposito. La canzone francese è un grande successo poiché più di 300,000 dischi sono venduti in Francia.
Nel 2007, Davide Esposito fa uscire un album che si intitola “Amore eterno” composto da 16 canzoni tra cui “Io so che tu”. Questo album permetterà al napoletano di lanciare concretamente la sua carriera.
Davide ha sempre avuto un legame stretto con la Francia, ha composto musiche per dei famosi artisti come Johnny Hallyday, Sylvie Vartan o ancora Kendji Girac.
Lui ha un label francese Peermusic France e vive in Francia da 12 anni.



Io so che tu (2006) – Il primo e il gran successo

“Io so che tu” è uno dei suoi più grandi successi, ha avuto successo importante in Svizzera, Canada, Belgio, Italia e anche in Francia dovè la canzone fu nel top 20 dei charts.

La canzone rappresenta molto bene lo stile del cantautore con una scrittura disseminata di figure retoriche. Attraverso questo testo, vuole dichiarare il suo amore ad una persona che sembra essere una donna.
C'è una domanda ricorrente “Io che so di te?” che dà l'impressione che lui si fa delle domande e che risponde giustificando questo amore e descrivendo quest'amore e questa persone che sembra essere: “Sei l'infinito che ho percepito”…
È una canzone che mette al primo piano un amore molto sensuale “Quando baci la mia pelle”, “Quando ti ho stretto al cuore... “.






Roma California – Un legame tra i classici della canzone californiane e i suoi ricordi

Nel 2015, il cantautore napoletano fa uscire un nuovo album chiamato “Roma California”. L’artista riprende le più famose canzoni californiane che addatta in italiano. Per esempio, Esposito addatta la famosa canzone di The Eagles, “Hotel California” (“Nell’hotel California” nella versione di Esposito). Ci spiega nell’intervista per Hotmixradio che “ascoltavo e cantavo già queste musiche anche se non parlavo ancora inglese, durante le mie vacanze con mia sorella” e “volevo mettere attraverso l’italiano il mio stile”.

In ogni caso, la carriera di Davide Esposito promette e potrebbe essere al centro della scena musicale francese e italiana nei prossimi anni.





Fonti: Wikipedia, Google, YouTube, TF1 (50mn inside), Google Immagini, Public

lunedì 3 aprile 2017

L'economia solidale

Articolo scritto da Chloé Galizzi, Laura Gonzalez e Alice Triac.


Un soggetto al centro dell'attualità e di questo secolo, dare un'economia umanizzata, libera dalla superstizione della competitività, della flessibilità, della crescita, dell'assurda docilità all'avidità della finanzia. Il primo GAS in Italia è fondato a Fidenza nel 1994 e nel 1997 nasce la Retegas (rete dei GAS).



Ecco le definizioni degli acronimi principali :

GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) : gruppi di acquisto solidale organizzati spontaneamente, che partono da un approccio critico al consumo e che vogliono applicare i principi di equità, solidarietà e sostenibilità ai propri acquisti.

DES (Distretto di Economia Solidale) : una rete in cui i soggetti partecipanti si aiutano a vicenda per soddisfare quanti più possibile le proprie necessità di acquisto, secondo principi ispirato da un'economia locale, equa, solidale e sostenibile. Raggruppa territori di una o numerose province. Su una scale più grande ci sono i RES.

RES (Reti di Economia Solidale) : realizzazione di un sistema economico e sociale, solidale, orientato all'ecologia ed al bene comune, costruito dal basso, che valorizza le relazioni prima che il capitale, che riconosce una equa ripartizione delle risorse fra tutti, che dà priorità al rispetto dell'ambiente naturale e della comunità sociale.

Esempio di un caso :

BIO FATTORIA
Via Paradello 9,
25050 Rodengo Saiano (BS)
Tel. 030.610260-030.611831
Fax 03.6816630
Email : info@biofattoria.net

Questa fattoria promuove "chilometri zero". Produce ed offre molte possibilità come frutta e verdura di stagione, prodotti trasformati come la farina e biscotti, poi pasta e uova che sono venduti direttamente ai clienti, sia professionali che privati. Fornisce ristoranti come "Le due colombe" o "Le 4 rose". Ha dei GAS e negozi a Brescia, Bergamo, Sarnico o ancora a Milano. I suoi co-produttori sono numerosi con prodotti biologici, naturali, artigianali ; e sono quasi tutti vecchie imprese che esistono dal Diciannovesimo o Ventesimo secolo. Sarà anche possibile visitare la fattoria, ha una pagina sull'internet che è in costruzione. Su questo, propone anche delle ricette che possono essere interessanti.

Conseguenze di questo fenomeno :

La prima è il rispetto dell'ambiente con prodotti biologici cioè senza OGM, questo è meglio per il pianeta, ed un buon punto per l'ecologia che permette la tutela della natura, dell'ecosistema ed un rapporto attivo con il territorio.
La seconda è il rispetto, perché questo permette relazioni più umane tra le persone e verso il cibo animale.
La terza è ancora il rispetto ma questa volta del consumatore e del produttore. In questo caso, c'è uno scontro è ciò cambia le cose. Appare allora l'espressione "bem-viver", parola portoghese che è molto sensata qui, che è il benessere sociale e degli ecosistemi con i principi di reciprocità e cooperazione, giustizia e rispetto delle persone, dell'ambiente, con una partecipazione democratica, una possibilità ad entrare in relazione con le altre realtà dell'economia locale e l'impiego degli utili per scopi di utilità sociale. Per sviluppare questo "bem-viver", non dobbiamo più pensare comme l'Homo Oeconomicus, che pensa prima di tutto al suo profitto, ma pensare come un gruppo, una società intera, per lo scopo di tutto e non solo il suo, dunque non essere più individualisti ma altruisti.